SANTO SCOLARO

UNA VISITA A BARBIANA

 “La vetrata una volta montata e illuminata da dietro con luce artificiale diventò uno dei pezzi più belli della chiesa.
   Quando il mosaico fu acceso la prima volta c’era anche il prof. Ammanati; “ Lo chiameremo Santo Scolaro”-  disse  don Lorenzo rivolto al professore in  modo scherzoso - “e non lo racconti a nessuno,  perché solo il Papa può fare i santi; se lo viene a sapere mi scomunica”.
Don Lorenzo… noi abbiamo viaggiato tanto, visitato molti paesi e città, visitato chiese, monasteri, abbazie  e molto ancora.
Tanti santi nelle vetrate, ma nessuno è come quello  che abbiamo visto nella piccola chiesa di Barbiana.
Quel giorno, arrivati lassù, c’è balzato agli occhi, immenso e splendente, il “ Santo Scolaro”!
Un mosaico dal nome innovativo, pieno di colori, di luce, un mosaico curato e preciso, un monachello che leggendo un libro a viso coperto sembra assaporare l’essenza del sapere, quel sapere che grazie ai tuoi insegnamenti si è arricchito del saper fare.
Anche in questo sei stato, come al solito, innovativo e provocatorio. C’è nel Santo quel Gianni che non aveva spazio nella scuola e forse ci sono tutti quegli scolari che a torto o a ragione si sono sentiti vittime di qualche ingiustizia; ci sono tutti coloro che l’indifferenza degli altri e la miseria hanno escluso dalla “parola” e quindi, in un certo senso, dalla vita.
Ma noi siamo certi che al di là di tutto questo, e così ci piace pensare, c’entri il fatto che la tua vita, il tuo mondo, sono stati i tuoi ragazzi. Nessuno li avrebbe considerati tanto, ma tu che li hai “amati più di Dio”, li hai resi immortali anche agli occhi del mondo simboleggiandoli in un Santo.
Nessuno ci aveva mai rappresentato! Perciò grazie per il tuo “Santo Scolaro” in cui riconosciamo ciascuno di noi 

Alice e Eleonora 

 

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